
Sono sette i diaconi ordinati venerdì 17 ottobre dal cardinale vicario Baldo Reina per la Famiglia dei Discepoli, l’Istituto religioso fondato dal Servo di Dio padre Giovanni Minozzi ad Amatrice (Rieti) il 30 ottobre 1925.
Ad ospitare il rito la basilica di Sant’Apollinare, la stessa dove il fondatore aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 5 luglio 1908.
Due provengono dall’Africa – Zo Andry Malala Rakotosamimanana (Madagascar) e Claver Mpia Ndekote (Congo) -, tre dall’Asia . gli indiani Ilayaraja Rajendiran, Augustin Raj Thiraviam e Maria David Gobi – e due dall’America del Sud, i peruviani Paul Carlos Pocco Diaz e Holmer Smith Fernandez Vargas.
Dopo che ciascuno degli aspiranti, alla chiamata loro fatta da Dio per mezzo del celebrante, hanno risposto “Eccomi”, il Superiore Generale della Famiglia dei Discepoli, don Antonio Carozza, li ha presentati come un «dono alla Chiesa e al mondo, in un tempo che è chiamato a recuperare i valori qualificanti della gratuità e del servizio».
Sono il frutto di quella formazione, rispondente «allo spirito e alle intensioni carismatiche del nostro fondatore, padre Giovanni Minozzi», e che la famiglia ha subito avuto come obiettivo nel momento in cui apriva dei Seminari in vari continenti. Diverso il cammino compiuto, ma «unico il desiderio di rispondere alla chiamata del Maestro divino al servizio dei piccoli e dei poveri, nelle regioni più povere e bisognose», nel solco del carisma dell’istituto religioso. Nell’omelia della celebrazione, animata dal Coro della Diocesi di Roma, il cardinale ha sottolineato che l’ordinazione diaconale rende totalmente donati al servizio di Dio, che si traduce nel servizio ai fratelli bisognosi, specie in questo mondo che nasconde tante fragilità. Soffermandosi su un aspetto delle letture proclamate in precedenza, in particolare della lettera di san Paolo ai Romani, Reina ha ricordato che tutti sono giustificati per la grazia di Dio, attraverso il sacrificio del Figlio.
L’essere giustificati invita a porci in una situazione di partenza di profondissima umiltà e il prostrarsi alla terra di coloro che ricevono l’ordinazione simboleggia proprio questa umiltà. (M.S.)
