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Don Minozzi

Amatrice, Commemorazione P. Minozzi – 22 ottobre 2017

Ottobre 19, 2017 3
Amatrice, Commemorazione P. Minozzi – 22 ottobre 2017
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Come ogni anno si terrà ad Amatrice

DOMENICA 22 ottobre ’17

la Commemorazione di

PADRE GIOVANNI MINOZZI

 

un pellegrinaggio sui luoghi della memoria

per rinsaldare la nostra appartenenza

alla grande Famiglia dello spirito

e mantenere vivi i valori in cui siamo stati educati

e coi quali vogliamo impegnarci a rinnovare la Società in cui viviamo.

 

E’ un’occasione per rivederci

e spronarci vicendevolmente,

proponendo e suggerendo

quanto riteniamo possa servire

per affiatarci e rendere possibile

una maggiore visibilità

del carisma minozziano

nei tempi che cambiano.

 

PROGRAMMA

9.30     Arrivi

10.0     Momento di preghiera e omaggio ai caduti

11.00   Santa Messa presieduta dal Superiore Generale della Famiglia dei Discepoli don Antonio Giura

12.00   Testimonianze di Ex Alunni e di Pellegrini

13.00   Pranzo a “Lo Scoiattolo”*

 

*dare la propria prenotazione entro venerdì sera 20 ottobre telefonando a 06.68801409 o a don Savino 339.1682791 

 
 

Settembre Semeriano, 150° dalla nascita

Luglio 29, 2017 6
Settembre Semeriano, 150° dalla nascita
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Padre Giovanni Semeria, barnabita (Coldirodi, 1867 – Sparanise, 1931), fu grande studioso, autore di numerose opere, e celebre oratore sacro. Partecipò alla prima Guerra mondiale come Cappellano militare del Comando supremo. In quegli anni tragici conobbe Don Giovanni Minozzi e, dopo la guerra, con lui fondò l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, finalizzata all’assistenza ed educazione degli orfani dei soldati della Grande guerra, specialmente dell’Italia meridionale, ai quali Semeria dedicò gli ultimi quindici anni della sua vita, traversando in lungo e largo l’Italia viaggiando anche negli Stati Uniti con l’unico scopo di raccogliere fondi per i suoi orfani. Proprio queste eccessive fatiche stroncarono la sua robusta fibra a Sparanise, il 15 marzo 1931.

– 0 –

Settembre Semeriano

eventi:

GENOVA

22 settembre:

  • ore 18.00: Chiesa delle Vigne: S Messa presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova;
  • ore 21.00: Chiesa di S. Bartolomeo degli Armeni: Concerto sinfonico dell’ Orchestra.

23 settembre:

  • ore 10: Auditorium Quadrivium: Conferenza a più voci

 

ROMA

26 settembre

  • ore 17.00: Solenne santa Messa presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Card. Gianfranco RAVASI nella Basilica di San Lorenzo in Damaso;
  • ore 19.30: Musical “I Pilastri della Carità” degli ALUNNI dell’Istituto “Vittorio Veneto” di Castrovillari (CS) e danze dei ragazzi dell’Istituto “Padre Semeria” di Sparanise (CE) nel *Teatro “Sala Umberto”;
  • ore 20.30: Concerto Bandistico della GUARDIA di FINANZA nel *Teatro “Sala Umberto”; 

27 settembre

ore 10.00: Udienza generale con il Santo Padre Francesco in Piazza san Pietro in Vaticano.

 

SANREMO

30 settembre: 

  • ore 11.00: Scoprimento e benedizione Statua Padre Semeria;
  • ore 18.15: Concattedrale di S. Siro: S Messa presieduta da Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Antonio Suetta, Vescovo di Sanremo-Ventimiglia;
  • ore 21.00: Casinò: Concerto di mandolini

1 ottobre:

  • ore 9.30: Coldirodi: Corteo dalla Statua di p. Semeria alla Parrocchia con soste di riflessione e preghiera, rallegrato da esecuzioni della Banda musicale parrocchiale “San Sebastiano”;
  • ore 11.00: parrocchia Coldirodi: santa Messa presieduta dal Rev.mo Padre Antonio Giura, Superiore Generale della Famiglia dei Discepoli.

 

 

Dare risposta di partecipazione entro il 9 settembre.

 

L’Ex Alunno Vito Fiorellini torna alla Casa del Padre

Luglio 13, 2017 3
L’Ex Alunno Vito Fiorellini torna alla Casa del Padre
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L’avvocato Vito Fiorellini – nato ad Avigliano (PZ) nel 1927 e residente a Milano dal 1952 – è morto oggi nel capoluogo lombardo, dove ci arrivò anche grazie all’aiuto di Padre Minozzi che si adoperò per la causa. Studente sia al Principe di Piemonte (PZ) che nell’Istituto di Gioia del Colle (BA), coltivò l’amore per cultura di cui fu autore di diversi romanzi e saggi.

Ci stringiamo con affetto e preghiera al dolore dei cari per la perdita del nostro caro Ex Alunno.  

I funerali saranno celebrati il 15 luglio nella Chiesa di Santa Maria del Rosario a Milano, e successivamente è prevista una cerimonia commemorativa ad Avigliano, che fu fino alla fine quel senso di orgogliosa appartenenza e riconoscenza, non dimenticando mai le sue lontane radici.

 

 

Ordinazioni Diaconali a Policoro

Giugno 30, 2017 5
Ordinazioni Diaconali a Policoro
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Joseph Mariaraj – Pradeep Antony Babu – Sathiyaraj Amalraj della Famiglia dei Discepoli saranno ordinati diaconi sabato prossimo 1 luglio a Policoro presso il Centro Giovanile ”Padre Giovanni Minozzi”. Il rito, officiato da Sua Eccellenza Mons. Vincenzo Orofino, e a cui parteciperanno molti Discepoli convenuti per gli Esercizi Spirituali, avrà inizio alle ore 18. Siamo tutti invitati ad intervenire, ma soprattutto ad assicurare una fervorosa preghiera di ringraziamento a Dio, Padrone della messe, che provvede l’Opera di nuovi operai, e per gli ordinandi perché siano infaticati ministri dell’altare, del Vangelo e della Carità.

Papa Francesco ordinerà un altro Discepolo in Vaticano

Aprile 25, 2017 3
Papa Francesco ordinerà un altro Discepolo in Vaticano
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domenica 7 maggio,

IV di Pasqua, del “Buon Pastore”,

Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni,

 

il nostro confratello

don Angel Octavio Jimenez Bello

 

sarà

ordinato Presbitero

 

da

Sua Santità papa Francesco

 

nella Basilica papale di

San Pietro in Vaticano.

 

 

 

Ringraziamo il Signore per questo nuovo Discepolo sacerdote,

preghiamo e facciamo pregare,

invocando perseveranza  per l’eletto

e il dono di altre vocazioni anche nelle nostre Comunità.

 

Amatrice, 16 ottobre 2016

Ottobre 10, 2016 4
Amatrice, 16 ottobre 2016
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COMMEMORAZIONE P. GIOVANNI MINOZZI

Amatrice, 16 ottobre 2016

 

Il devoto ricordo di don Giovanni Minozzi avviene quest’anno nel segno della preghiera, in un contesto di sofferenza e di dolore, a seguito del terribile devastante terremoto che ha colpito Amatrice, Accumoli, Arquata, Pescara sul Tronto e le zone viciniori, con un notevole tributo di morti e con la distruzione delle case.

 

PROGRAMMA

 

  9.30     ARRIVI DELLE VARIE RAPPRESENTANZE DELL’OPERA NAZIONALE MEZZOGIORNO D’ITALIA

10.00     INIZIO CONCERTO DELLA FANFARA DEL 7° REGGIMENTO BERSAGLIERI DI ALTAMURA (BA)

10.30     MOMENTO DI PREGHIERA DAVANTI ALLA CHIESA DELL’ISTITUTO MASCHILE E OMAGGIO AI CADUTI

10.45     CORTEO MUSICALE VERSO LA TENDOPOLI

11.00     S. MESSA PRESIEDUTA DA SUA ECC.ZA REV.MA MONS. DOMENICO POMPILI, VESCOVO DI RIETI, E ANIMATA DAL CORO “GRUPPO VOCALE E GIOVANI MUSICISTI” DELLA RIVIERA DEL CONERO DIRETTO DAL MAESTRO MARIA TERESA STRAPPATI

12.00     SALUTO COMMEMORATIVO DELL’ON. PROF. GIAMPAOLO D’ANDREA, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E DEL TURSIMO

12.30     CHIUSURA CONCERTO DELLA FANFARA DEL 7° REGGIMENTO BERSAGLIERI DI ALTAMURA

 

 

 

L’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, la Famiglia dei Discepoli e le Ancelle del Signore, anch’essi fortemente provati, sulla scia del carisma e dell’insegnamento di P. Minozzi e P. Semeria, intendono essere vicini a quanti vivono e soffrono per la tragicità del momento e, nello stesso tempo, impegnarsi, come Famiglia Minozziana e Associazione Ex Alunni, alla rinascita di Amatrice e delle zone terremotate, in spirito di vera fraternità, nella prospettiva della ricostruzione materiale e morale, facendo appello alla solidarietà di tutti.

Evangelizare. Speciale terremoto

Settembre 20, 2016 3
Evangelizare. Speciale terremoto
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  • News

Questo numero speciale vuole lasciare nella memoria storica dell’Opera i tragici fatti causati dal sisma del 24 agosto.

A Voi, povere care vittime del terremoto, le lagrime del nostro affetto fraterno, l’incenso della nostra cristiana preghiera.
Otteneteci di poter aiutare nella ricostruzione della nostra Città natale e di poter presto rifare le nostre Case distrutte e scosse dal terremoto.
Fate colle vostre preci che cessino di fronte alla sciagura ammonitrice egoismi di sordidi interessi, feroci ire di parti. E appaia anche una volta così provvida la sventura.[…] (Padre Semeria, Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, settembre 1930)

[gview file=”https://www.onpmi.org/wp-content/uploads/2016/09/per-WEB-sp-terrem.pdf”]

 

Angelo del Soldato

Luglio 20, 2016 1
Angelo del Soldato
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  • News

“Amatela, fratelli, molto molto questa Patria nostra,

terra come nessun’altra di dolore e di gloria, e

con tutta l’anima vogliatela intera abbracciare

ne’ suoi termini sacri, dai monti e dai mari, dovunque la sua dolce favella risuona”

(don Giovanni Minozzi)

 

Aprile 1916

Luglio 14, 2016 4
Aprile 1916
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  • La Grande Guerra

 

4 aprile

Il Cristianesimo è individualista? o ha esso una dottrina sociale? E dov’è? L’uragano della guerra ha riportato a galla queste vecchie domande. Spaventati da esso, noi stessi non osiamo rispondere. Che dire? L’Evangelo certo se non ignora, mai si cura davvero dello Stato. Alcune sue asserzioni anzi, alcuni principii, se applicati alla lettera, manderebbero a monte la società così com’è, di buoni e di cattivi. Ma pure una dottrina sociale la Chiesa l’ha e l’è venuta applicando lentamente nei secoli, a favore specialmente dei poveri e degli umili, per la libertà e la giustizia. E la Chiesa stessa è un fatto sociale, vuol anzi essere la società perfetta che deve stendere ovunque le sue tende e raccogliere quando che sia gli uomini tutti. Dunque? A me pare che cadiamo sotto il pregiudizio protestante quando, scombussolati da questo tragico fallimento d’ogni legge internazionale, d’ogni patto, ci rifugiamo nel meschino cantuccio dell’individualismo ed esclamiamo trionfanti: “Eh là! Il Cristianesimo è salvo. La vostra miseria non lo tange. Esso non ha mai preteso dettar leggi ai popoli, alle nazioni… Scannatevi pure: Gesù vive in noi, nei cuori segreti dei suoi fedeli. E basta”. Non è così. Nell’Evangelo non è tutto il Cristianesimo. Lo sappiamo bene. E la dottrina sociale elaboratasi nella Chiesa e continuamente perfezionantesi è veramente cristiana. Se così non fosse ci sarebbe da disperar di noi stessi, del mondo. E non dev’esser ciò. Gesù è con noi. Egli lo ha detto. Sempre, sino alla consumazione dei secoli e quant’Egli non lasciò scritto, lo ispirò e lo ispira continuo e dolce nella sua Chiesa a mano a mano che volgono i tempi. Nessuna paura non siamo al tramonto dell’universo. Domani si apriranno sulle rovine sanguinanti di questo vecchio mondo borghese nuovi orizzonti cristiani: sarà una comprensione più alta e più vera della parola di Gesù.

5 aprile

Il male è stato provvidenziale: lo benedico ogni giorno più. Mi sono messo ormai decisamente sulla via de’grandi, ad ammirarli e sentirli a seguirli. M’apparirà più chiara la vita, più grande la sua santità. Era il mio vecchio programma che le molte letture vane e gl’innumerevoli fastidii sciocchi non m’avevan fatto mai proseguire seriamente. Non sprezzerò le produzioni nuove, anche piccole; perché dovunque rifulge qualche lato della vita, perché tutto ha qualcosa da dirci; ma gli amici miei veri e continui saranno solo i grandi del pensiero e dell’azione, d’ogni paese e d’ogni tempo. Tutti li leggerò, tutti li amerò: saranno i miei compagni d’ogni giorno: terranno essi nel mio cuore umile e soave e calda compagnia al Re che vi dimora immortale, allo Sposo cui voglio che l’anima sia unita in eterno. Scalda, Signore, e vivifica per le opere tue questa messe che vado gettando nel giardino che a Te è piaciuto affidarmi. Ora sto con Hello, il grande, lo sdegnoso d’ogni volgarità.

8 aprile

Mi sono illuso un certo tempo che il bene potesse andare d’accordo con un po’ di male nel mondo, nella vita; che non ci fosse poi tanto bisogno d’ombrarsi di tutto, di lottare con rigore eccessivo contro il nemico fatale. Folle illusione! Quando mai il male s’è reso per sé solo simpatico, ha conquistato da principio completamente le anime colla sua glaciale freddezza? Esso ha bisogno d’esser scaldato dal bene, d’introdursi furtivamente nel cuor che lo teme, come teme la morte, e d’avvelenarlo a piacere. Vigilate et orate!

 11 aprile

L’altra viltà. Sono morti de’bravi giovani in guerra, veri eroi immolatisi volontariamente alla patria: ebbene i vegliardi imboscati non hanno neppure il pudore di tacere, di nascondersi davanti a loro, alla loro memoria. Tutto giorno parlan di quei grandi, li esaltano, esaltando insieme guerra esercito patria ecc. e intanto essi scrutano alle trincee da lontano. Vigliacchi vigliacchi: non s’accorgono neppure che accendono la luce per far conoscere meglio la loro cecità.

 14 aprile

Noi abbiamo stranamente esagerati i nostri dolori; ne abbiamo fatto una voluttà, la voluttà delle voluttà. E ci siamo così infrolliti, immelensiti, imbastarditi. Byron fu un malanno per l’umanità. Leopardi un malanno diverso, forse meno pericoloso, perché d’altra e più alta natura, ma sempre un malanno. Tutti i romantici del dolore, tutti gli scrittori piagnucolosi onde è stata piena l’età recente, tutti quelli che han grufolato nel realismo brutale e non han visto più nulla in là, tutti quelli che si sono imbestialiti nelle descrizioni sadiche ecc sono stati tormentatori, gli avvelenatori, gli assassini della povera umanità. Non v’è più nessuno che non voglia mettere in pubblico le sue piccole infermità per gloriarsene, per rendersi interessante. Ricordo un compagno mio, quando ero in collegio, che desiderava diventar tisico… L’educazione non c’era e non c’è: i romanzi formano la gioventù ancor oggi, purtroppo, e la guastano come vogliono. Oh un turbine che tutto involi e rinnovi! Chi sa che non tocchi alla guerra…

16 aprile

La vita è un terribile groviglio d’assurdi per un logico dalla mente piccola che ama poco la grande luce del sole e meno la continua umile azione fraterna tra gli uomini. Ecco qua: si metta un povero logico nella sua camera, si sprofondi tra i suoi libri, in mezzo ai suoi calcoli, si tormenti il cervello, chiamando a raccolta tutte le cellule ch’ei conosce per nome esattamente e risolva questi semplici problemucci:

  • Perché l’uomo uccide? Non ha esso diritto su la vita altrui. La natura gli ha procurato erbe, frutta; gli dà vino, uova, latte, liquori; gli dà il pane che è il cibo suo principale; lo arricchisce di acque maravigliose che hanno virtù di sanare anche tanti dei suoi mali… perché dunque uccide? Così belli sono gli uccelli dell’aria, così graziose le lepri, maestosi i leoni… perché li uccide? E non è sconoscenza il mangiarsi i buoi, quando t’hanno arato per anni i tuoi campi? E le galline che t’han dato le uova, e le pecore e le mucche il loro ottimo latte e i loro formaggi? Rispetto alla vita! A tutta la vita!
  • Va bene: ma allora, non bisogna uccidere neppure gl’insetti che ci divorano, neppure i bacilli che ci ammazzano. Chiaro: essi fanno il loro mestiere, e son tanto belli! Perché estirparsi un cancro e far morire di fame tanti animaletti?
  • D’altronde se si uccide per utilità, chi porrà limite alla strage? Perché devo fermare il mio braccio diretto contro l’uomo e non contro un agnellino che bela e scherza intorno a me, quand’io sto per ucciderlo?
  • Perché io devo tollerare l’errore, se credo di stare nella verità? Perché non sopprimere chi semina l’errore, come chi tradisce la patria, chi sparge fandonie incendiarie per pescare nel torbido?
  • E se non ho ferma fede, io sono una povera cannuccia agiata dal vento.
  • é crudele dunque chi ha salde convinzioni?
  • E che cosa è la vita allora?

Sono andato stasera all’Augusteo. Willy Ferrero dirigeva un concerto orchestrale a beneficio della Croce Rossa. Nel programma c’era la V sinfonia di Beethoven. Questo fanciullo – comincia ormai a diventare anch’egli un fanciullo – sbalordisce e innamora. Che siamo noi? Si riaffaccia il problema. Rispondano i materialisti della logica. Negato Dio che ci umilia e ci esalta, non c’è che buio nel mondo.

19 aprile

Guardato cogli occhi del mondo, il bene è una grande sciocchezza; l’entusiasmo una pazzia criminosa. Due grandi misteriosi linguaggi ha l’uomo: il sorriso e il pianto. E sono la sua forza e la sua fiacchezza. Per non voler accettare la vita qual è, io mi vado rendendo un infelice. A notte. Alto lo sguardo, o sciocco! La vita non finisce quaggiù.

20 aprile

Al Corriere d’Italia stasera m’han detto che hanno aperto da qualche tempo una specie di ufficio-notizie per aiutare ricerche ecc di soldati. Ebbene quasi la totalità di quei che scrivono son preti che cercano imboscarsi. é un guaio, un vero guaio. Di tante migliaia di preti richiamati, troppi pochi stanno al fronte, troppi pochi fanno il loro dovere. Anche de’Cappellani in genere che cattive informazioni ho avute! Insomma mi confermo più sempre in questo: la guerra la fanno i poveri contadini per due terzi e per un terzo i poveri delle città. La grassa borghesia, la nobiltà, il clero hanno concorso pochissimo alla guerra. Domani ne sentiranno le conseguenze. Non basta eruttare pistolotti d’occasione, bisogna soffrire con chi soffre, bisogna saper dare la vita con chi la dà generosamente prima di noi. Per risollevare un po’ nella stima popolare gli uomini di governo, fa d’uopo che la morte falci tra loro, tra i loro figli, come falcia abbondante tra i figli del popolo. Così pel clero. Se altri preti non muoiono, è un disastro. I vendicatori saranno inesorabili e avranno ragione. O Dio mio, perdonami le mie colpe e fammi degno di morire per Te, per la patria mia, per l’avvenire della religione nel mondo.

23 aprile

Ecco la grande ragione. Tutti cercano di nascondersi, dicono, dunque pur io… é diventata una febbre, una ossessione. L’ingiustizia dilaga. La povera gente è abbandonata sola a morire per la patria. E il tempo è cattivo e cresce il lutto pe’ campi! Signore, è la tua risurrezione: aiuta la patria mia!

29 aprile

Le più alte gioie hanno bisogno delle più alte rinunzie: loro nutrimento è il sacrifizio continuo di quanto più piace alla inferma carne umana.

30 aprile

L’odio è la passione più insaziabile e più cieca: superarlo e vincerlo è la più bella vittoria umana.

Gennaio 1916

Luglio 14, 2016 3
Gennaio 1916
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  • La Grande Guerra

 

 

28 gennaio 

Dal giorno dell’epifania sto in casa malato con una otite media purulenta. é la nevralgia presa al Poret e trascurata troppo. Ho sofferto molto i primi giorni pel dolore acutissimo che non lasciava un minuto di riposo. Ho offerto i miei dolori al Signore, sempre. Li accolga Egli in espiazione delle mie innumerevoli colpe. Ora vado meglio: m’alzo, leggo, studio. Non so però quando mi riuscirà riprendere il mio lavoro. Lo desidero tanto! Che possa riprenderlo almeno con animo più puro, con più ferma fede, più ardente carità. Purifichi il dolore e nobiliti l’anima mia. Mi rialzi dal male per camminare sereno e forte alla luce del sole, sempre, senza debolezze più, senza sciocche vanità umane, senza tentennamenti, senza paure, dritto tranquillo sicuro per la via del bene. Benedici, o Signore, ai santi propositi che vengon da Te! é ripartito mio fratello Geremia pel fronte. M’angustia e m’agita la campagna Albanese. V’è il nostro onore ormai impegnato solennemente. E vi sono tanti nostri interessi. S’arriverà ad arrestare col nemico potente i tristi effetti degli spropositi fatti? O precipiteremo più sempre? Ogni italiano deve vivere oggi in ansia crudele. Il domani è incerto, buio. E il tramonto è scialbo e triste la sera.

29 gennaio 

Fra le molte cose lette in questi giorni di riposo forzato, m’han fatto pensare abbastanza le opere del Mazzini e lo strano interessante romanzo del Merežkovskij “La Risurrezione degli Dei” sfuggitomi per l’innanzi. Quelle m’han fatto rivivere le trepide giornate del Risorgimento nostro, questo m’ha rimesso bruscamente a faccia de’ più gravi problemi che lo studio amoroso del Rinascimento ha suscitato da tempo nell’animo mio. Da questa varia e lunga lettura una riflessione sopra le altre m’è avvenuto di fare: abbiam torto noi − alcuni di noi, almeno – a lamentarci del progresso umano. Noi, lupi arrabbiati oggi assai spesso per le insanguinate trincee, siam pur migliori realmente degli antenati nostri de’ secoli scorsi. Ma la storia va anche senza di noi. Noi siamo una parte appena di essa, strumenti di Altri che ci guida e sa trarre misteriosamente il bene da tutto, anche dal male liberamente commesso da noi. E a un’altra cosa pensavo: il retoricume pomposo, più o meno patriottico, ha allucinato molti, troppi in Italia, e ha impedito di guardar le cose con occhio umile e chiaro si che le parole fossero riflesso della vita e l’azione prova della nostra fede, sostegno delle nostre speranze. Troppo spesso da noi si è parlato di idealità, di purità, di fratellanza, di avvenire luminoso ecc, senza sentire nella vita pratica fermamente tali fiamme purificatrici. Son parsi degli ubriachi alcuni, de’ perpetui sognatori, ammaliati dal giro roboante delle frasi fatte. Guardiamoli in faccia. Anche Macchiavelli, Mazzini, non son de’ retori? L’umile realtà vivente sfugge a loro. Ed essi alzano castelli colle loro teorie luminose solo per chi vive di ricordi retorici. E la realtà li urta, li sconvolge, li sconfessa sempre. E non capiscono! é un malanno triste assai che ha avvelenato l’Italia. Carducci pure ne soffriva tanto! Quando ce ne libereremo? Quando diventeremo più umili, più cristiani, piccoli come bambini e grandi della sapienza divina. Scriverò un articolo su Mazzini. La parte viva delle sue opere, della sua predicazione sarà ancora efficace domani più di oggi. E ho pensato di scrivere un libro da pubblicarsi l’indomani della pace. Dovrebbe essere intitolato “Si può parlare?…” e dovrebbe francamente dire la verità sulla nostra politica, additare la necessità d’una nuova educazione morale religiosa civile. Per questo, se mi riuscirà, cercherò di cominciare anche la pubblicazione d’una rivista “Vita Nova” con mire ricostruttive. Senza sfuggire al travaglio e ai risultati de l’ultima critica, indicare vie nuove – antiche e nuove – allo spirito umano turbato dalla tempesta sanguinosa, alzare gli animi a più alte speranze, ripetere a tutti la parola serena della verità cristiana che sprona e conforta. Mi riuscirà?

30 gennaio

I circoli neutralisti germanofili mi dicono che sono in grande attività. E va bene. Io riconosco gli spropositi e le debolezze del governo; sono il primo a deplorare alcune gravissime deficienze nella nostra organizzazione militare e più nella preparazione alla guerra e nella susseguente azione della diplomazia; ma – santo cielo! – mi domando che cosa mai vogliono questi deboli eterni borbottoni nell’ora che passa? Che si può fare adesso? Incrociare le braccia e lasciare che bruci la casa? Consumarci nel pettegolezzo ridicolo? Non somigliano un po’ costoro ai loro odiati socialisti che arrestavano senza pietà cogli scioperi delittuosi la vita della nazione? Di loro assumono spesso gli atteggiamenti, le difese, il linguaggio. E sia. Ma abbiano tutti il coraggio allora di non mentire pubblicamente, affermando a parole altisonanti la loro fede patriottica nella vittoria e poi privatamente accasciandosi nell’inezia o, peggio, abbandonandosi a una deprimente propaganda di scetticismo. Sono costoro i più insidiosi e più temibili nemici d’Italia. E forse neppur essi lo sanno. Lo spero almeno, perché ciò li scuserebbe alquanto. Ché penso con angoscioso rammarico a quanti preti ne fanno parte, di quelli pure che predicano e pregano nelle Chiese e scrivono e stampano conferenze e preghiere per la vittoria italiana!!… é il carattere che manca in Italia. Quello che sempre ho notato, l’eterno guaio nostro, produce i suoi frutti. E si sa, ogni albero bacato produce frutti cattivi!

 

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