Nell’auditorium del Centro Giovanile “Padre Giovanni Minozzi” di Policoro, in una cornice di campi da gioco e di verde, si è svolta la Commemorazione di P. G. Minozzi, nella ricorrenza del 54^ della sua dipartita al cielo. Il convegno era stato preparato convenientemente con un incontro preliminare a Policoro insieme al nuovo Direttore della Casa don Michele Celiberti e con alcuni ex alunni tra cui Becci, Mastromarino, Arcuri, Bruno, Tuma, stabilendo modalità, data e temi del convegno in coerenza al tema della fede e del discepolato, al fine di sollecitare una riflessione attenta, l’impegno operoso nei luoghi di vita, per essere cristiani esemplari, attivi e non chiusi in se stessi o nelle sacrestie, cioè nei laboratori fittizi del proprio “io”, dove si aggiustano le cose.
Il messaggio accattivante e urticante inviato agli ex alunni, alle persone vicine alla famiglia minozziana, ai fedeli della attigua parrocchia, ha sortito un effetto positivo, considerata la numerosa presenza di un pubblico attento, interessato e partecipe. Erano presenti molti ex alunni della zona di Policoro e del materano, oltre la gradita presenza del presidente degli ex alunni Ciro Minucci venuto da Napoli e il vice presidente Pietro Marini, venuto con la sua signora da Roma.
Tra i numerosi ex presenti, mi piace citare in modo emblematico e rappresentativo per tutti, la presenza del prof. Camillo Papa, venuto da Caltagirone Segesta (Trapani) con la propria macchina. Ci ha raccontato la sua storia di ex alunno di San Martino delle Scale e di Gioia del Colle, ricordando nomi ed episodi, ringraziando padre Minozzi per il bene ricevuto e dando un tono di piacevole “remake” alla giornata del convegno. Dopo la lieta accoglienza da parte di don Michele Celiberti degli ex alunni convenuti, si è dato avvio al programma di commemorazione con una introduzione del dott. Giuseppe Becci, coordinatore regionale degli ex alunni di Basilicata.
Dopo il rituale saluto al pubblico, ha presentato i relatori, anticipando brevemente i temi del convegno. Ha preso, quindi, la parola il dott. Giuseppe Mastromarino, responsabile nazionale degli ex alunni per quanto riguarda la formazione, presentando la figura di Don Minozzi “UN UOMO DI UNA FEDE CHE INQUIETA”, sottolineando non solo le espressioni più genuine della fede minozziana, rivestita di povertà, preghiera, contemplazione, di ricerca della verità, quanto la concretezza e l’esempio di una vita operosa di carità che si è estrinsecata come “epifania” della Fede nella Provvidenza.
Molti sono stati i riferimenti alla attualità di una nuova visione e realtà di Chiesa che papa Francesco vuole realizzare e che trova nelle figure di Minozzi e Semeria degli anticipatori, tanto che essi sembrano uomini di fede del nostro tempo. Nell’intervallo si è esibito l’ex alunno di Policoro Antonio Labbate, comandante dei vigili urbani, ma anche fine chansonnier. La canzone dedicata a don Minozzi ha riscosso un forte consenso da parte dei presenti, perché bella e accattivante nel ritmo, ma bellissima nelle parole significative del testo.
Successivamente don Michele Celiberti, con la solita acribia, ha introdotto un tema fondamentale per il cristiano autentico e cioè quello del discepolato, della sequela di Cristo sull’esempio di don Minozzi che volle chiamare “discepoli” i suoi seguaci nell’ambito della Famiglia, evitando il termine congregazione, più generico e relativo al semplice stare insieme. Infatti il tema “INTUIZIONE PROFETICA MINOZZIANA: IL DISCEPOLATO”, sulla base dei riferimenti evangelici e delle suggestioni concrete del carisma minozziano, ci hanno invitato ad andare controcorrente, ad essere cristiani che credono e come tali seguono Cristo nell’itinerario della vita, vivendo con i poveri e per i poveri, testimoniando Cristo con la parola e l’esempio, nelle realtà e nei luoghi di vita.
Entrambi i relatori hanno accennato a questa invisibilità dei cristiani nel nostro contesto storico e quindi alla necessità di una conversione, riscoprendo una fede che inquieta, cioè ci mette in crisi, ci costringe a ricercare e a cambiare attraverso un incontro trasformante Gesù Cristo. Allora le parole di Sant’Agostino che sollecitano gli uomini a cercare Dio dentro di se in primo luogo, ma anche nel creato e nell’amore per gli altri, hanno un senso, perché la fede non è un dato presupposto una volta per sempre, ma ricerca continua “cercare per trovare la fede e trovatala per cercare sempre”, professandola e testimoniandola nelle opere, come ha fatto don Minozzi.
Le due relazioni, abbastanza dense di significati, stimolatrici di una riflessione sul nostro modo di essere veri seguaci di Cristo, ha suscitato un vivo interesse tra il pubblico presente nel contesto della verifica personale e comunitaria, a conclusione dell’Anno della Fede.
La sig.ra Delli Veneri, ha testimoniato un evento accaduto in famiglia di guarigione del proprio figlio a seguito di intercessione di Padre Minozzi. Sul fatto non c’è miracolismo eclatante, perché è sempre la Chiesa dopo accurate ricerche, analisi dei fatti e studi scientifici a stabilire la eventuale eccezionalità dell’accaduto. Ma la testimonianza è stata esemplare, perché scaturiva da una famiglia piena di fede e di speranza nel Signore, attraverso l’invocazione di un uomo di Dio, padre Minozzi.
L’intervento conclusivo del presidente degli ex Ciro Minucci, che si è presentato agli astanti in modo da farsi conoscere, ha sollecitato la collaborazione di tutti per rivitalizzare e dare nuova linfa alla Associazione degli ex alunni. L’agape fraterna ha rinsaldato l’amicizia, con la promessa di ulteriori incontri di formazione e di spiritualità presso il Centro “Padre Minozzi di Policoro”, dove la presenza di Rinnovamento dello Spirito nell’alveo delle attività parrocchiali è sicuramente sollecitante e trainante.
di Giuseppe Mastromarino