8 Settembre
Sono a Roma dal 5 c. Da Calalzo scesi a Belluno e per la valle del Cordevole risalii a Col di Lana ove restai due giorni; poi partii per la Carnia.A Tolmezzo visitai la biblioteca che lavora bene ed ebbi il piacere di sentirne le lodi e ricevere ringraziamenti da molti soldati.Ivi mi incontrai per la prima volta col vescovo Bartolomasi, buon uomo senza alcuna forza organizzatrice. Sfortunatamente lo circondano, meglio s’è fatto circondare da persone che valgono meno assai di lui. E così le cose vanno come possono andare. Peccato! ci sarebbe stato da far tanto bene…
Il 2 Settembre ero a Udine. S. E. Porro m’accolse gentilmente e approvò la mia idea di crear dovunque è possibile sale di ritrovo e cinematografi per i sodati. È un bisogno urgente pel nuovo inverno di guerra. Ma i denari? Vedremo se Porro li troverà.
Il 3 e il 4 stetti a Vicenza ammirai la casa del Soldato e salii a riveder Maria Fogazzaro nella villa paterna sul Berico. Come luminosa e quieta m’apparve la biblioteca del romanziere! Poi il lavoro mi spinse frettolosamente qui.
Ripensiamo: Chi fa la storia? Dio. Noi spesso non facciamo che accumulare spropositi. Dio solo sa trarre il bene dalle innumerevoli debolezze nostre. E in Lui io confido, Lui fervidamente prego per l’avvenire d’Italia. In Cadore, nella zona di monte Cavallino, solo un mesetto fa o poco più si incominciarono a fare de’reticolati contro il nemico. Prima, se volevo scendere, avevo aperta la via del Comelico. Nessun generale era mai salito lassù dov’erano stati mandati alla morte centinaia di giovani. Mi diceva un ufficiale istruttore di aerostieri: «che vuole che facciano i nostri aereostieri? I buoni son pochissimi I più sono stati imboscati d’ogni parte e non hanno alcuna voglia di rischiare la pelle». Dico loro: volate a mille metri e non volano neppure a quattrocento. Il governo e il Comando non han capito che bisognava farne un corpo scelto per giovani arditi davvero; trattarli bene e richieder molto. Così v’è chi si vergogna di esser cascato in un campo d’imboscamento. E si spendono milioni per nulla.Orribile la facilità ignorante con cui alcuni generali di Divisione e di Corpo d’Armata ordinano azioni, senza averle studiate, senza aver prima preso alcuna visione de’luoghi. Dicono alcuni − ed è semplicemente orribile −: non importa se l’azione non riesce: basta che ci sieno de’morti. L’importanza dell’azione è misurata dal numero de’ morti. Parecchi ufficiali mi han garantito ad es. che cosi parlò un giorno un comandante del corpo d’armata di Aur… Altro es. a giorni si farà da Cima Lana un’azione sul Sief. Soldati, ufficiali inferiori e superiori che sono sul posto osservano che l’azione per riuscire costerà almeno un migliaio di uomini e non avrà nessuna importanza pratica, perché il Sief non si potrà poi tenere nell’inverno. Tutti quindi sono contrari all’inutile sacrificio. Ma bisognerà farlo perché cosi vogliono quelli che non sanno dove stia e cosa sia il Sief. I soldati sono stanchi e scontenti. I giornali dicono che sono allegri ed entusiasti. Al fronte, soldati ed ufficiali non parlano che di pace, nelle retrovie s’inneggia, bevendo, alla guerra. La massoneria moltiplica l’infame arte sua. Il socialismo lavora nel segreto. Il governo s’illude. Al governo comanda l’estrema. Bissolati alla guerra, Bonomi ai Lavori Publici, Comandini alle organizzazioni civili, Bianchi ai suoi medici… dovunque l’estrema vigile s’accaparra il domani. Ogni giorno è un passo innanzi. Ogni giorno cresce il malcontento e nessuno lo vede. Meglio, lo vede chi vuole sfruttarlo domani. I nazionalisti vegliano, ma son pochi. Esagerati in molte cose, hanno la vita abbastanza chiara pel resto, ma che posson fare? È fatica d’Ercole costringere ed educare tutti gli italiani a guardare al solo bene della patria, fuori d’ogni ambizione al di sopra d’ogni partito. Che dunque? Dopo le lunghe burrasche notturne, il sole da secoli risale infaticato l’orizzonte. E trionfatore è lui sempre alla fine. Avanti, Italia mia, avanti!
13 settembre 1916
La gran parte del paese è ancora sereno e forte; ma i sintomi di malcontento crescono giornalmente. Non abbiamo purtroppo un uomo in alto che li comprenda, né sembra che lo avremo per ora. È il nostro guaio peggiore.
14 settembre
È così guasto il nostro mondo politico che fa spavento. L’immoralità è eretta a sistema. E dove non c’è il settarismo affaristico corrotto che trionfa colla sua innegabile abilità diabolica, galleggiano le zucche vuote de’così detti partiti dell’ordine. I buoni, i veri buoni non hanno coraggio − il 99 per cento almeno − se ne stanno piagnucolando da parte. È un disastro. Nel Comitato dell’Organizzazione Civile di Roma per es. comandano le donne di Bissolati, Cabrini ecc, tutte mogli di altri che tranquillamente se ne stanno coi signori ministri e deputati e ne assumono il nome. In uno de’tanti ufficii pullulanti a Roma per le famiglie de’richiamati, v’è proprio una ex-moglie accoppiatasi a un ministro per regolare i matrimonii dei soldati al fronte… E son tali donne che vanno intrigando dovunque, sin al Ministero della guerra; e v’ha de’generali che perdono la testa dietro esse in questo momento così grave per la patria. I forti e i buoni muoiono intanto.
26 settembre
L’Ufficio Doni di Roma si va organizzando faticosamente. Dal fronte scrivono scrivono che hanno bisogno di tante cose! Troppi s’eran cullati in sogni di pace e il secondo inverno di guerra ci coglie ancora impreparati in gran parte. La guerra! Quando cesserà? Io non vedo soluzione possibile oggi. Il cielo s’oscura sempre più. Nessuno può dire donde verrà la luce né come né quando. La follia terribile inghiotte l’Europa. E i disegni di Dio non si rivelano ancora. Certo i popoli, tutti i popoli fremono. E la burrasca s’addensa dovunque. Ma cadrà la pioggia torrenziale? e quando? Per quel giorno specialmente il Signore salvi l’Italia. Ché la guerra per nessuna nazione è lavacro sufficiente, neppure per noi. Come si preparano le rivolte? Ecco un amico d’occhi un po’ piccoli comincia a lamentarsi e a non vedere che guai; un altro cresce la dose e racconta fiabe nate lungo la via; un terzo conclude che la rivoluzione è necessaria , inevitabile ecc. Troppa parte oggi del popolo nostro ragiona e vaneggia così. I guai ci sono e gravissimi, ma l’esagerazione, di chi non vede che guai è più grande. Peccato che chi è in alto non vede, non sente e non sa provvedere. Noi non miglioriamo. M’han detto oggi che sono stati evitati in questi giorni gravi scandali riguardanti la Croce Rossa. Un concerto e una raccolta di carta usata ecc che han fruttato diecine di migliaia di lire, son risultati in realtà scarsamente redditizii ne’conti ufficiali. E siamo in guerra!
Come funzionano certi servizii? L’anno scorso l’ufficio doni di Roma, presso il Comando del Corpo d’Armata, raccolse una quantità di doni per i soldati nostri. Ebbene marcirono essi in gran parte ne’magazzini, altri li venderono. Incredibile! Fortuna, ripeto, che la storia la fa Iddio, e che Iddio ama l’Italia e il mondo.
27 settembre
Noi eravamo troppo felici, e la Nemesi ci ha colpito. Non si può essere troppo felici quaggiù. La guerra è venuta bruscamente e vigorosamente a ricordarcelo. Ecco il grande insegnamento cristiano, adombrato già dai grandi dell’antichità. La felicità non è di questo mondo. Noi volevamo materializzarla, la felicità, riponendola nei soli piaceri della carne ed ecco la carne è lacerata e la vita terrena con tutte le sue attrattive ci sfugge, tramonta. L’illusione svanisce. La nostra patria è di là. Qui è lotta contro il male e dolore. La gioia è vento che passa. Lieto chi queste cose sa e comprende appieno, sempre e vi conforma la vita!
28 settembre
alle 11.20, stasera, riparto pel fronte. Domani sarò a Bologna, rappresentante dell’Ufficio Doni di Roma, al convegno dei varii Uffici analoghi. Andrò poi a sistemare i magazzini avanzati nella zona della quarta Armata. Dio m’accompagni. Dio soprattutto benedica l’Italia, la dolcissima Italia mia!
29 settembre
Convegno degli uffici Doni a Bologna. Io rappresentavo Roma. La principessa Castelbarco e D. Giulio Greppi Milano; il senatore Tanari la contessa Isolani e il Sig. Sanguinetti Bologna. Convegno utile e pratico.
30 settembre
Udine. Va bene per la case del Soldato. Il Comando Supremo è assai gentile. Sono ospite stasera de’ buoni frati Cappuccini in V. Ronchi. Che semplicità ammirabile! Quando imparerò io ad amare davvero la povertà e l’umiltà?