1 agosto
Fra qualche ora riparto pel Cadore e la Carnia a rivedere i soldati nostri ammirabili. Ora e sempre Viva l’Italia!
23 agosto
Calalzo. Domattina riparto. Nella lunga dimora cadorina, dopo accenni di stanchezza e di febbre in principio, mi sono abbastanza rimesso. È ora di riprendere un più intenso lavoro. Sono riuscito in questi giorni a riorganizzare la Bibliotechina d’Auronzo e ad aprire lassù una scuola serale; a provvedere i locali per una sala ritrovo a Vigo e a S. Vito; a risolvere quasi completamente le innumerevoli difficoltà burocratiche per l’erezione d’una cappellina ne’pressi della stazione di Calalzo. Vanno anche bene le pratiche per l’apertura di due cinematografi militari. Simpaticamente benevoli ho trovato i generali Segato, Maris, Ferrari e Marrocco. Dio benedica, se a Lui piace, la breve sementa.
22 agosto
Lascio dunque Calalzo, dove la retrovia s’impaluda con tutte le sue tristezze. Bisogna aiutare molto i soldati per non lasciarli tutti perdere nel fango. La guerra non ha moralità, non ha speciali forze educatrici che valgano a migliorare durevolmente gli individui. È come un oceano sterminato essa in cui ribollono acque venienti dai più varii luoghi del mondo; putride in basso, candidamente spumeggianti in alto.
Su in trincea si rivela il soldato d’Italia, figlio dei campi e della Fede paterna. Nella retrovie, per gli angiporti d’un imboscamento vergognoso, s’accumulano viltà e bassezze infinite.