Quanti in vita hanno accostato il Servo di Dio, sperimentavano d’acchitto di trovarsi davanti ad una persona superiore all’ordinario, e non tanto o soltanto per le doti di mente e di creatività organizzativa, quanto per quella profonda e riverberante interiorità che emanavano dalle parole e dai gesti, nonostante la sua indubbia capacità di accostare tanto gli eminenti uomini della cultura e della politica, quanto gli umili, i semplici, i suoi orfani che amò con cuore teneramente paterno.
Homo Dei e uomo della Provvidenza fu salutato e chiamato. La luce della santità, l’impegno dell’ascesi, la perfezione apportata alla natura dall’abbondanza della grazia di Dio conferivano un fascino particolare alla sua presenza.
Né si è mai interrotto il pellegrinaggio dei suoi figli sulla sua tomba.
Nella cripta, anche gelida nelle lunghe invernate amatriciane, è un fluire di Ex-alunni e amici dell’Opera, di Discepoli, Ancelle e personalità del mondo religioso e civile che ne ricordano ed esaltano le imprese, richiamano alla memoria dei figli e amici le virtù e la carità pastorale, si affidano fiduciosi alla sua intercessione.
Fino a tre anni fa, la domenica più prossima all’1l novembre, si è celebrata l’annuale commemorazione presso la sua tomba con l’afflusso di centinaia di ex allievi e appartenenti alla grande Famiglia Minozziana estesa in tutta Italia, come pure del popolo amatriciano.
Attualmente la celebrazione commemorativa, a motivo delle condizioni atmosferiche, è stata anticipata alla terza domenica di ottobre vicina alla data della sua nascita avvenuta il 19 ottobre 1884.
Non mancano testimonianze di grazie ricevute dietro fervente preghiera al Servo di Dio.